Even the Rat Was White è l’opera più famosa dello psicologo ed educatore americano Robert Val Guthrie, descritto dall’American Psychological Association come “uno dei più influenti studiosi afro-americani del secolo“. L’opera espone quello che è il lungo passato razzista della psicologia, che ha contribuito all’oppressione degli afro-americani e a promuovere l’idea che le persone nere fossero in una condizione di “inferiorità” mentale e psicologica, facendo passare ciò per un fatto “scientificamente provato”.
Negli ambienti accademici ricordiamo costantemente che la psicologia è una scienza. In quanto tale, la psicologia non è neutra, quando contribuisce direttamente all’oppressione di determinate categorie di persone e a farla passare come un fenomeno naturale, che si può provare scientificamente, e dunque una realtà da cui non si può sfuggire.
Quando si passare l’inferiorità di una categoria per un dato scientifico, dunque fattuale e reale, si sta legittimando l’oppressione di quella categoria da parte di un’altra, ritenuta superiore. La storia dimostra che ciò è stato fatto costantemente con donne e minoranze di genere, persone razzializzate, persone queer e persone disabili, spesso con un atteggiamento paternalistico nei loro confronti.
In questo spazio verranno condivisi alcuni elementi fondamentali di questo prezioso libro, e verrà fatto in lingua italiana, quindi ci sarà un lavoro di trasposizione e traduzione di qualche passaggio. È doveroso ricordare che la persona che scrive all’interno di questo blog è una persona singola, bianca, e che quindi gode del privilegio bianco e non subisce discriminazioni razziali. Verrà lasciato aperto uno spazio di discussione per accogliere confronti, pensieri, opinioni, e anche critiche al lavoro di condivisione che verrà mandato avanti.